Una panchina democratica

Promossa durante lo scorso Salone del Mobile dall’associazione statunitense no-profit Urban Land Institute Italia (ULI), che opera anche in Italia dal 2001 con progetti e ricerche per la riqualificazione urbana, con il patrocinio del Comune di Milano, dell’ADI (Associazione Designer Italiani), di vari enti lombardi e sponsor privati, l’iniziativa Sedetevi con ULI – Una panchina per Milano aveva l’obiettivo di coinvolgere i cittadini nella scelta della “loro panchina ideale”.
A progettare le nuove panchine di Milano sono stati chiamati Antonio Citterio con Toan Nguyen per Metallo, Michele De Lucchi con Philippe Nigro per Unifor, James Irvine per Coro, Piero Lissoni per Porro, Alberto Meda per Alias, Paolo Rizzatto per Molteni.
I lavori dei sei progettisti sono stati sottoposti sia al giudizio dei cittadini, con un voto pubblico (50%), sia ad un voto tecnico (50%), dato da una giuria specializzata presieduta da Vico Magistretti, cui era affidato il compito di valutare: creatività/estetica, funzionalità, costo, manutenzione, resistenza/materiale.
Così 56.367 cittadini si sono democraticamente espressi con varie modalità, attraverso i coupon, presso le due esposizioni pubbliche dell’Ottagono e della Triennale (il 79,3%) visitando il sito www.unapanchinapermilano.it, promosso e reso visibile grazie al web partner dell’iniziativa Virgilio (19,5%) e utilizzando gli sms, con il supporto tecnico di TIM (0,2%).
Secondo e terzo classificato sono stati rispettivamente Citterio-Nguyen e Irvine mentre ad aggiudicarsi la vittoria è stato Alberto Meda che ha pensato di indagare più gli aspetti costruttivi della panchina che non quelli tipologici, per preservare la forma consolidata e familiare della panchina “milanese”, con quella sua immagine semplice e rigorosa che accompagna il paesaggio urbano di Milano.
La panchina milanese è stata sapientemente reinterpretata da Meda attraverso un mix di materiali tradizionali e di tecnologie contemporanee: la seduta in legno per consentire con la sua inerzia termica un piacevole contatto con il corpo nelle varie stagioni, e l’alluminio pressofuso per la struttura portante.
Le doghe della seduta, in legno tipo iroko o sue alternative certificate (FSC), sono di larghezza differenziata, per ottenere una superficie il più possibile liscia e continua, pur permettendo lo scolo dell’acqua.
La struttura di sostegno ha le gambe costituite da due valve che prendono a sandwich il profilo su cui sono avvitate le doghe e contemporaneamente anche i tasselli di fissaggio al terreno che risultano cosi nascosti all’interno delle gambe stesse che, svincolate dal profilo di alluminio, consentono di poter montare le panchine anche su altri supporti, per esempio su gradinate in cemento, con apposito fissaggio. Questo consente anche l’impilaggio delle sedute, con riduzione degli ingombri durante il trasporto.
Chissà che questo oggetto con il suo aspetto “lieve” non possa trasferire nella città una “qualità domestica”? Si domanda e spera Meda premiato dal popolo del design che affolla le giornate del Salone, dalla giuria tecnica e… dal problematico mondo dei blogger.
vita
….le fanno scegliere a noi. Noi che le usiamo per mangiarci dei panini, per limonarci con la morosa, per farci dei joint in allegra compagnia mentre guardiamo le ragazze primaverili (a cui un giorno dovrò dedicare un post) passarci davanti.
(già, però, …perchè uno di Mazara del Vallo dovrebbe votare le panchine di Milano)
dontyna
quindi un non-milanese che non sopporta i milanesi può andare sul sito e votare la panchina secondo lui più scomoda sperando di procurare un’atrosi fulminante al nemico che ama sostare sur les bancs publiques?
Ian
Sì, in effetti è così.
Però: votate, gente, votate, che ormai questa è l’unica democrazia che ci è rimasta!
tratti da http://boney.diludovico.it/index.php?p=63
Postato da Pattinando 18/04/2005 alle 20:36
Da queste che sono state proposte, non si scappa. Io punto decisamente sulla prima a sinistra in basso, per me è la meno peggio 🙂
Un baciotto Corì, buona serata*
Postato da Corinna 18/04/2005 alle 21:09
Anche io ho votato la 3, alla fine. Comunque mi sarei tenuta volentieri le vecchie panchine verdi a listelli con basamento di ghisa.
Postato da mascia 19/04/2005 alle 0:26
la terza è la + bella..
cmq sempre meglio milano che vi fan scegliere che qua a livorno che i vecchietti quando si siedono si fan il segno della croce tanto sembrano lapidi poste in pieno centro..
Postato da Il Cinico del Giambellino 12/05/2005 alle 10:01
cià, dai, sèttes giò…
…ussignùr… alla fine ha vinto la panchina meno peggio, quella che tutto sommato assomiglia di più alle vecchie, “tradizionali” panchine verdi… ma ‘dess per dagh de mangiàa ai piciùn in del parch gh’hemm de settass giò in sü un “oggett di desàign” e ne tucarà anca pagà l’üsüra, va’ a da’ via i ciapp…
Postato da Corinna 12/05/2005 alle 11:14
Ma ha vinto quale? La 4? Mica l’ho trovato in rete…
Del resto ho capito solo “oggett di desàign”
Postato da Il Cinico+del+Giambellino 13/05/2005 alle 10:50
…si ha vinto la 4… per il resto, traduco dal milanese: “adesso per dar da mangiare ai piccioni nel parco dobbiamo sederci su di un oggetto di design e come minimo ci toccherà pagare l’usura dello stesso” il resto penso si possa intuire… da quale ridente località bloggheggi, o Corinna?
tratti da http://blog.vagabondando.it/archivio/corinna/Una_panchina_per_Milano.asp
Designer
Alberto Meda
Azienda produttrice
Alias
Materiale
Legno per esterni e lega di alluminio per pressofusione
Dimensioni
200x 75 x h80cm
Peso
36 Kg

Pubblicato
Categorie: issue 00

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