Abitare il Tempo – Verona 2006

Alcune immagini dell’ultima edizione di Abitare il tempo

Una immagine rappresentativa della grande mostra di Patricia Urquiola intitolata, come una celebre fiaba, “Pelle d’asino”. La giovane e famosa designer spagnola, che tutti considerano italiana, ha esposto gran parte dei suoi progetti: ma il primo progetto era la mostra stessa, ricca di invenzioni, di schermi mobili, di rotaie ruotanti con oggetti sospesi e così via. Fino a un grande percorso chiuso e inclinato, che permetteva di accedere a una balconata da cui si dominava la mostra stessa: in realtà, si trattava di un enorme ingrandimento della gamba di un suo tavolo disegnato per Molteni.
 
Il cubo disegnato e decorato personalmente da Alessandro Mendini, intitolato Craquelé. Nelle sue parole, «basta poco pochissimo, un sibilo, uno scricchiolio, uno strano attimo. E il monolite del mondo e del progetto infrangibile perde l’equilibrio, comincia a tremolare, cambia radicalmente la sua immagine diventerà Craquelé.»
Un esempio di divano dalle morbide curve, in realtà di marmo, ottenuto con innovative lavorazioni, nella mostra sulle pietre e il marmo in spazi di accoglienza alberghiera.
 
Una foto, di Riccardo Agnello, della grande festa serale in Castelvecchio dove, alla suggestione degli spazi, dei segni incisi da Carlo Scarpa, della veduta del fiume dalla passeggiata sugli spalti, si aggiungeva la magia delle proiezioni di forme e colori, dal vivo e in tempo reale, sulla grande facciata del museo.
 
Infine una foto di Ingo Maurer, il grande designer che ha ricevuto quest’anno il premio “Abitare il tempo”, dopo quelli consegnati negli anni scorsi successivamente a Ettore Sottsass, Maddalena De Padova, Pier Luigi Cerri, e l’anno scorso, ventennale della manifestazione veronese, a Vico Magistretti e Michele De Lucchi.

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